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Preghiera


Signore, abbi pietà per gli uomini, che per ignoranza trattano male gli animali,insegna loro ad amarli come Tue Creature. Signore, abbi pietà per gli animali domestici,che spesso sono alla mercé di uomini indifferenti e crudeli, non lasciarli soli nella loro angustia. Signore, abbi pietà per gli animali selvatici,che soffrono la fame, la sete e la persecuzione,indica loro un sicuro asilo. Signore, abbi pietà per gli animali da allevamento,che crescono in una insopportabile strettezza,liberali presto dalla loro prigionia. Signore, abbi pietà per gli animali da macello,specialmente per quelli che vengono uccisi senza benignità assistili nel loro greve dolore. Signore, abbi pietà per gli animali da esperimento,non permettere che abbiano a soffrire senza fine,salvali dal loro tormento. Padre, abbi pietà per tutti gli animali e per tutto il Creato, che anela alla liberazione,dona al mondo amore e pace. Amen.


Che tempo fa?



...BASTARDO: cane generato da due razze diverse. essere ignobile di razza umana che abbandona gli animali.

Blog creato il 10/05/2009



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Attenzione questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.


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B_NORM    
view post Posted on 3/1/2021, 17:39 by: Minerva61Reply Reply
La vera storia della Befana

In un villaggio, non molto distante da Betlemme, viveva una giovane donna che si chiamava Befana. Non era brutta, anzi, era molto bella e aveva parecchi pretendenti...Però aveva un pessimo caratteraccio. Era sempre pronta a criticare e a parlare male del prossimo. Cosicché non si era mai sposata, o perché non le andava bene l’uomo che di volta in volta le chiedeva di diventare sua moglie, o perché l’innamorato – dopo averla conosciuta meglio – si ritirava immediatamente.
Era, infatti, molto egoista e fin da piccola non aveva mai aiutato nessuno. Era, inoltre, come ossessionata dalla pulizia. Aveva sempre in mano la scopa, e la usava così rapidamente che sembrava ci volasse sopra. La sua solitudine, man mano che passavano gli anni, la rendeva sempre più acida e cattiva, tanto che in paese avevano cominciato a soprannominarla “la strega”. Lei si arrabbiava moltissimo e diceva un sacco di parolacce. Nessuno in paese ricordava di averla mai vista sorridere. Quando non puliva la casa con la sua scopa di paglia, si sedeva e faceva la calza. Ne faceva a centinaia. Non per qualcuno, naturalmente! Le faceva per se stessa, per calmare i nervi e passare un po’ di tempo visto che nessuno del villaggio veniva mai a trovarla, né lei sarebbe mai andata a trovare nessuno. Era troppo orgogliosa per ammettere di avere bisogno di un po’ di amore ed era troppo egoista per donare un po’ del suo amore a qualcuno. E poi non si fidava di nessuno. Così passarono gli anni e la nostra Befana, a forza di essere cattiva, divenne anche brutta e sempre più odiata da tutti. Più lei si sentiva odiata da tutti, più diventava cattiva e brutta.
Aveva da poco compiuto settant’anni, quando una carovana giunse nel paese dove abitava. C’erano tanti cammelli e tante persone, più persone di quante ce ne fossero nell’intero villaggio. Curiosa com’era vide subito che c’erano tre uomini vestiti sontuosamente e, origliando, seppe che erano dei re. Re Magi, li chiamavano. Venivano dal lontano oriente, e si erano accampati nel villaggio per far riposare i cammelli e passare la notte prima di riprendere il viaggio verso Betlemme. Era la sera prima del 6 gennaio. Borbottando e brontolando come al solito sulla stupidità della gente che viaggia in mezzo al deserto e disturba invece di starsene a casa sua, si era messa a fare la calza quando sentì bussare alla porta. Lo stomaco si strinse e un brivido le corse lungo la schiena. Chi poteva essere? Nessuno aveva mai bussato alla sua porta. Più per curiosità che per altro andò ad aprire. Si trovò davanti uno di quei re. Era molto bello e le fece un gran sorriso, mentre diceva: “Buonasera signora, posso entrare?”. Befana rimase come paralizzata, sorpresa da questa imprevedibile situazione e, non sapendo cosa fare, le scapparono alcune parole dalla bocca prima ancora che potesse ragionare: “P...

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Comments: 0 | Views: 57Last Post by: Minerva61 (3/1/2021, 17:39)
 

B_NORM  
view post Posted on 18/6/2019, 23:16 by: Minerva61Reply Reply
Da un post di Giulia Agostini
Leggo con immensa tristezza che l'abbandono dei cani, piaga sociale di ogni anno, ha già raggiunto numeri altissimi. Avere un cane è veramente complicato. Bisogna portarlo a fare la passeggiata almeno 3 volte al giorno, bisogna raccogliere la sua cacca.... farlo mangiare ... e costa .... cavolo se costa!!! Lui è Balto. Si sveglia alle 6 del mattino per il caldo. Inizia ad ansimare vicino al nostro viso con l alito che sa di croccantini. E non croccantini normali.... i croccantini per il metabolismo e l artrite. Un odore tremendo.... e non sto a dirvi il costo!!! Tra aprile e maggio abbiamo fatto visita alla dottoressa almeno 4 volte. Le analisi del sangue, una zampetta malconcia, sangue nelle feci.... la mattina usciamo alle 6.30. Io ho un pancione che sta raggiungendo dimensioni notevoli... forse tra qualche settimana farò prima a rotolare che a camminare. Però accompagniamo papà Antonio a lavoro e ci facciamo una bellissima passeggiata. Incontriamo qualche amico cane, e anche qualche nemico. Inizia ad abbaiare e saltare, mi costringe ad urlare "basta Balto se cado mi faccio male io e si fa male la sorellina". E lui si ferma. Immobile. Mi guarda e richiede le coccole. Balto mi chiede scusa. E lo fa nel modo più dolce del mondo. Poi dopo un paio d ore torniamo a casa, giochiamo con la palla e quando è arrivato il momento di iniziare a lavorare o "sfaccendare" lui lo capisce, si sdraia e mi guarda. Quando la normale fatica del 7 mese di gravidanza si fa sentire non mi lascia sola un attimo. Mi segue pazientemente in ogni stanza. E quando mi siedo per riposare si avvicina e annusa la pancia. E Chiara inizia a scalciare. E a me passa tutta la fatica. Certo.... le rinunce sono tante. Ma mai troppe. Non è mai troppo per Balto. Mai. Quando preparerete i vostri bagagli per andare al mare, pensate che io e Antonio quest' anno al mare non andremo. Eppure farebbe bene a me e alla piccola Chiara. Ma Balto il caldo lo tollera poco. Quando deciderete di farvi una gita fuori porta senza portare il cane, pensate a noi che non andiamo al cinema da quasi un anno. Pensate a noi anche quando vi verrà da pensare, e sfortunatamente di dire, che "il cane sporca, perde i peli, oddio che schifo." Pensate alla nostra casa.... io trovo peli anche nelle ante dell'armadio in cui non riesco ad arrivare....e non sto qua a raccontarvi la condizione delle nostre macchine. Ecco, quando pensate che non avete voglia di rinunciare a qualcosa per il cane, pensare a me, che rinuncio a tutto. Pensate a Balto e a tutte le volte che mi ha "costretta" a lunghissime passeggiate..... evitandomi il diabete gestazionale. Pensate a Balto e a tutte le volte che mi ha leccato via le lacrime nei momenti di paura e disperazione. Pensate a Balto che ha rinunciato a innumerevoli notti di riposo per controllare me che vomitavo nel bagno. Ah.... e pensatelo anche dentro alla Prenatal, eh già.....

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Comments: 0 | Views: 44Last Post by: Minerva61 (18/6/2019, 23:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/12/2018, 23:29 by: Minerva61Reply Reply
Il Dna dei messinesi sepolto dalle macerie del 1908: una mutazione genetica



Penso spesso che con il terremoto del 1908 sia accaduto qualcosa di grave al nostro Dna di messinesi. Non ho ovviamente alcuna base scientifica per dirlo, né mi arrogo la superbia per poterlo sostenere. Ma è come se sotto le macerie in quei 37 secondi fosse finito il nostro Dna e ci sia stata una mutazione genetica, peraltro al contrario rispetto a quanto accade alle comunità di fronte alle catastrofi.


Siamo eredi di quei 37 secondi. Siamo stati partoriti geneticamente da quei calcinacci, dai soprusi che seguirono ai primi soccorsi, dalle “deportazioni” e dalle successive “colonizzazioni”, dalla polvere che si sollevò quando su ordine del generale Mazza fu usata la dinamite in ogni parte della città, dall’abisso di dolore di chi non è riuscito a rialzarsi.
A volte penso che siamo ancora lì, impauriti sotto quel che resta di un tetto e di un focolare, con la paura di alzarci e scoprire che siamo senza gambe, con la rassegnazione di chi vede gli sciacalli portar via i nostri beni, immobili a ricordare com’era bella la nostra casa, in attesa che venga qualcuno a soccorrerci e a dirci cosa fare per consegnarci a lui, docili e silenziosi.

Quel terremoto resta la più terribile sciagura naturale del Mediterraneo. Sono morti 80 mila messinesi. Oggi siamo poco meno di 240 mila, quindi equivale a dire che un secolo fa è perito un terzo della popolazione attuale. Ma un secolo fa 80 mila persone costituivano tutta LA CITTA’. Sono morti praticamente tutti. Sono morti i messinesi, quelli nel cui sangue scorreva storia, identità, orgoglio. Chi rimase sotto le macerie in parte fu salvato, in parte fu lasciato al suo destino. Altri furono fatti salire sulle navi e portati via. Soprattutto orfani, madri e bambini. Non sempre tornarono.

Quello che accadde in quei mesi ha cambiato il nostro Dna. Quando fu il tempo di “ricreare Messina”, avvenne una sorta di “operazione coloniale”. Vennero pionieri dalla provincia, dai villaggi collinari, da altre Regioni.

I miei nonni, sia materni che paterni, non erano “messinesi purosangue”. Venivano da Marsala, Napoli, La Spezia. Il nuovo messinese “nasce” da pionieri venuti dalla Calabria, dai villaggi collinari come Cumia, Castanea, dai Nebrodi, dalla Sicilia, dal salento.

Molti si sono innamorati di questa città che era fatta di baracche e di cemento armato, altri furono attratti dalle agevolazioni previste dal governo nazionale su chi investiva. I rapaci e gli sciacalli nel frattempo erano in gran parte andati via con il bottino rubato ai morti e ai vivi. Molti di quei rapaci misero radici qui. Ma non nacquero piante rigogliose perché l’animo del rapace è avido, pensa ad accumulare e a non produrre.
...

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Comments: 0 | Views: 45Last Post by: Minerva61 (30/12/2018, 23:29)
 

B_NORM    
view post Posted on 5/3/2017, 16:58 by: Minerva61Reply Reply
Verso l'8 Marzo...


LASCIAMOLE SUGLI ALBERI, QUEST’ANNO, LE MIMOSE

Noi non “festeggeremo” l’8 marzo.
Non vogliamo mimose in questo giorno…preferiamo guardarle ogni giorno, dorate ed allegre, sugli alberi.
Noi non “festeggeremo” l’8 marzo.

Noi non andremo, l’8 marzo, all’ormai rituale cena fra donne, alla rituale uscita fra donne…gentile concessione di falsa autonomia, come l’ora d’aria per i detenuti, come un Carnevale delle donne, in cui simulare un “mondo alla rovescia” per un sol giorno, perché tutto ritorni come prima in tutti gli altri giorni e le donne rientrino, dopo la giornata dell’illusione, nei loro asimmetrici e subalterni ranghi.

Per le donne, ancora una volta, e quest'anno più che mai, non c’è proprio nulla da festeggiare, in un mondo dove ancora troppe donne sono private dei loro diritti, in un mondo in cui sulle donne si abbatte ogni tipo di violenza, fisica, psicologica, economica.
Troppe donne sono ancora picchiate, sfregiate, uccise da uomini che le considerano possesso.
Troppe donne sono nascoste e rinchiuse, imprigionate, sotto chador, reali e metaforici.

Troppe donne sono vittime di stupri, in casa e fuori, per una mentalità dura a scomparire, e che considera la donna bottino del maschio, ed il suo corpo un oggetto per il soddisfacimento delle voglie.

Troppe donne sono discriminate sul lavoro o costrette a subire ignobili ricatti e, se c’è crisi, sono le prime a pagare.
Nel mondo, poi, non c’è violenza che venga loro risparmiata, dall’infibulazione alla lapidazione.

E allora non chiamiamola festa, rifiutiamo la sagra consumistica che svuota di ogni contenuto questa ricorrenza, nata per ricordare anche il sacrificio di operaie di varie nazionalità morte nel rogo della fabbrica dove lavoravano con ritmi e condizioni assurde, per una misera paga.

Non chiamiamo festa quel che festa non è.
Non c’è nulla da festeggiare.

E le mimose lasciamole sugli alberi.
........ A fiorire"
Comments: 0 | Views: 52Last Post by: Minerva61 (5/3/2017, 16:58)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/11/2014, 10:02 by: Minerva61Reply Reply
IL CORPO SOMATIZZA I MALESSERI DELLO SPIRITO

Il nostro corpo somatizza nella sua materia quello che lo spirito subisce in tutta la nostra anima, quello che il nostro inconscio tace, lo urlano le nostre malattie dolori e malesseri. La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.
Quando ti manca calore affettivo, basta una minima frescata di vento freddo e subito prendi un raffreddore. Il raffreddore "cola" quando il corpo non piange. Forti mali di schiena (ovvio non causati da un peso caricato male) ti dicono che stai subendo un dolore, porti con te un peso un trauma una tristezza immensa; il mal di gola "tampona" ti assale sicuramente quando hai tanti dolori da sfogare ed afflizioni da dire e non hai con chi confidarti. Quando una persona non la sopporti, non la digerisci e la devi sopportare ti viene acidità allo stomaco, le coliche spesso sono rabbie accumulate che non riesci a sfogare.
Il diabete "invade" quando la solitudine ti attanaglia. Il cancro ti divora come l'odio che corrode l'amore mancato. Il corpo ingrassa quando sei insoddisfatto o dimagrisci quando ti senti logorato. Dubbi preoccupazioni ansietà ti portano via il sonno e soffri di insonnia. Se non trovi un senso alla tua vita la pressione del cuore rallenta o accelera quindi ipotensioni e pressioni alte al cuore sono sbalzi che ti condizionano l'umore e le forze. Il nervosismo aumenta i respiri, come se ti mancasse l'aria, donde dolori al petto ed emicranie (molti fumatori prendono aria extra dal fumo fatidico ed effimero che li rilassa in maniera compensatoria ma illusoria) La pressione "sale" quando la paura imprigiona. Quando ti senti sopraffatto di un problema che sei ai limiti, allora la febbre ti assale, le frontiere dell'immunità sono all'erta. Le ginocchia "dolgono" quando il tuo orgoglio non si piega. le artrosi vengono quando la tua mente non si apre, sei troppo rigido e i muscoli ti si contraggono. I crampi indicano che stai subendo una situazione ai limiti della sopportazione. La stitichezza ti indica che hai residui nel tuo inconscio, hai segreti che ti otturano (quanta merda ci teniamo dentro che non è utile) e non trovi chi ti comprenda senza giudicarti. la diarrea è un atto di difesa dell'organismo che vuole eliminare ciò che percepisce come dannoso (come il vomito) vale per i virus ma anche per le situazioni, i sentimenti... forse chi ha diarrea non riesce a trattenere o assimilare.
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino. Ascolta il tuo corpo ed impara a guarire con il tuo spirito, non c'è altra medicina che la tua stessa natura non possa darti. E' ovvio che non generalizziamo, non è un catalogo farmacologico ma una linea guida... chi una preoccupazione la somatizza nella testa (emicrania) chi nello stomaco (indigestione).
Comments: 0 | Views: 69Last Post by: Minerva61 (15/11/2014, 10:02)
 

B_NORM    
view post Posted on 12/10/2014, 10:01 by: Minerva61Reply Reply
"Non ho pazienza per alcune cose, non perché sia diventata arrogante, semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita,
in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce.
Non ho pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura. Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada, di amare chi non mi ama e di sorridere a chi non mi sorride.

Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare.
Ho deciso di non convivere più con la presunzione, l’ipocrisia, la disonestà e le lodi a buon mercato.
Non tollero l’erudizione selettiva e l’arroganza accademica.

Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi. Non sopporto conflitti e confronti.
Credo in un mondo di opposti, per questo evito le persone rigide e inflessibili.
Nell’amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento.

Non mi accompagno con chi non sappia elogiare o incoraggiare.
I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare coloro a cui non piacciono gli animali.
Soprattutto, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza."
~ Meryl Streep
Comments: 0 | Views: 61Last Post by: Minerva61 (12/10/2014, 10:01)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/8/2014, 22:06 by: Minerva61Reply Reply

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Vorrei aggiungere a tutte le riflessioni di oggi anche la mia e la voglio indirizzare alle donne.
Sorelle, qui sotto ci sono scritte le regole che ci sono state inculcate in centinaia di anni. Sono retaggi duri a morire, circolano nel nostro sangue, nel nostro DNA. Se vogliamo cambiare la mentalitá maschile, dobbiamo cominciare a cambiare anche la nostra, toglierci dalla nostra "mappa genetica" questa vocazione della "crocerossina" quel pensiero malato che ci porta a sperare che "LUI" possa cambiare.

Quel "LUI" non cambierá. Sottomettere una donna (o chiunque) crea dipendenza, innesca, nelle persone vigliacche, una sindrome di onnipotenza difficile da sradicare, permettere anche una sola volta che il nostro compagno alzi una mano su di noi, o che eserciti una qualsiasi violenza anche psicologica ci fa scivolare lentamente in un pozzo dal quale é difficile risalire. Sono i nostri atteggiamenti sottomessi che inducono l'uomo ( anche lui vittima degli stessi retaggi culturali che questa foto elenca cosí bene) a pensare ad una donna come una proprietá, e a non accettare il suo rifiuto. Il mio invito é a riflettere sui nostri comportamenti.

Bisogna scappare a gambe levate da un uomo violento, immediatamente. Invece spesso le donne sopportano, giustificano, perdonano, aspettano, sperano...che qualcosa possa cambiare, che LUI possa cambiare, rendendosi complici di una spirale pericolosa che spesso, troppo spesso, sfocia nelle tragedie che conosciamo. Quando una donna dice no é NO. Punto. Che sia una moglie, o una prostituta non fa differenza. Sradichiamo una volta per tutte le regole qui sotto riportate e non permettiamo a nessuno di toglierci la dignitá che ogni essere umano ha diritto di avere. Ma deve partire da noi, dall'educazione che diamo ai nostri figli, una madre sottomessa é una cattivo esempio per i figli, maschi e femmine.
Sorelle, riflettiamoci sopra.


Fiorella Mannoia
Comments: 0 | Views: 62Last Post by: Minerva61 (30/8/2014, 22:06)
 

B_NORM    
view post Posted on 1/2/2014, 14:44 by: Minerva61Reply Reply
"Quando mi chiedono se sono animalista io rispondo: No..... sono normale, sono semplicemente come tutte le persone dovrebbero essere. Esistono forse i bambinisti? No perchè è normale amare e proteggere i bambini. Perchè come gli animali sono più deboli e non possono difendersi da soli. Quando mi chiedono il perchè io mi batto tanto per gli animali io rispondo:
se tutto intorno a voi ci fossero persone che tengono donne prigioniere, le violentassero ripetutamente, portassero via i loro figli e questi bambini venissero rinchiusi, torturati, uccisi...... voi non aiutereste queste creature indifese? E se la legge permettesse tutto questo voi non la infrangereste?


Edited by Minerva61 - 15/11/2016, 23:54
Comments: 0 | Views: 82Last Post by: Minerva61 (1/2/2014, 14:44)
 

B_NORM    
view post Posted on 12/1/2014, 11:34 by: Minerva61Reply Reply
SANI CONSIGLI


Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un’arancia per la vitamina C e una tazza di the verde senza zucchero per prevenire il diabete. Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d’acqua, anche se poi per espellerli richiede il doppio del tempo che hai perso per berli. Tutti i giorni bisogna bere un Actimel o mangiare uno yogurt per avere gli indispensabili bacilli L. Casei Defensis, che nessuno sa bene che cosa cavolo siano, però sembra che, se non ne ingoi per lo meno un milione e mezzo tutti i giorni, finisci per vedere sfocato.

Ogni giorno un’aspirina per prevenire l’ictus, e un bicchiere di vino rosso contro l’infarto, più un bicchiere di bianco per il sistema nervoso, ed uno di birra che già non mi ricordo per che cosa era. Se li bevi tutti insieme, ti può provocare un’emorragia cerebrale, ma non ti preoccupare, perché non te ne renderai neppure conto.

Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finchè riesci a cagare un maglione. Si devono fare tra i 4 e i 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. Facendo i calcoli, solo per mangiare se ne vanno 5 ore. Ah, dimenticavo, dopo ogni pasto bisogna lavarsi i denti. Ossia, dopo l’Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo la banana i denti, e così via, finchè ti rimangono 3 denti in bocca. Senza dimenticarti di usare il filo interdentale, di massaggiare le gengive e di fare il risciacquo con Listerine. Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, più le 5 per mangiare fa 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico. Secondo le statistiche, vediamo la tele per tre ore al giorno. Già, non si può, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz’ora, facendo attenzione a tornare indietro dopo 15 minuti, se no la mezz’ora diventa una.

Bisogna mantenere le amicizie, perché sono come le piante, da annaffiarsi tutti i giorni. E bisogna pure tenersi informati, leggendo almeno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica. Ah, importante, si deve fare l’amore tutti i giorni, però senza cadere nella routine. Bisogna essere moderni, creativi e rinnovare la seduzione. Bisogna anche avere il tempo per spazzare per terra, lavare i piatti, i panni, e non parliamo se hai un cane o magari dei figli. Insomma, per farla breve, i conti danno 29 ore al giorno. L’unica possibilità che mi viene in testa è fare varie cose contemporaneamente.

Per esempio ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta, così almeno ti bevi i due litri d’acqua. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca fai l’amore (tantrico) col compagno/compagn...

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Comments: 0 | Views: 64Last Post by: Minerva61 (12/1/2014, 11:34)
 

B_NORM    
view post Posted on 31/10/2013, 17:40 by: Minerva61Reply Reply

La storia di Halloween: origine ed usanze di una festa ormai anche nostra



Tra Sacro e profano, tra un dolcetto e uno scherzetto, tra usanze acquisite e nostrane si pone la festa di Halloween, la festa in machera che sempre più sta prendendo piene nelle culture europee ed in Italia.
Per molti la parola Halloween ha origine anglosassone e probabilmente deriva da una contrazione della frase “All Hallowes Eve”, ovvero la notte di Ognissanti, che venne abbreviato in Halloew’Even, poi in Halloe-e’en ed infine in Halloween.

La sua celebrazione tuttavia ha origini ancora più antiche e pone le sue radici nella civiltà celtica, più precisamente nel periodo pre-cristiano, nella fattispecie nella festività celtica di Samhain. Secondo il Calendario Celtico in uso 2000 anni fà fra i popoli che occupano l’Inghilterra, l’Irlanda e la Francia del Nord, il 1° Novembre rappresentava l’inizio del nuovo anno, una sorta di Capodanno per loro.
Per le popolazione del tempo, che basavano il tutto sul ciclo naturale della natura e di ciò che li circondava, la festa di Halloween celebrava il definitivo passaggio alle metà oscura dell’anno, che per i Celti significava lasciarsi alle spalle la stagione della luce.
E’ per questo che i tipici colori della festa sono il nero e l’arancio, che rappresentano il primo il buio dell’inverno che arriva e l’altro il colore dell’estete che sta per svanire.

Non esistono tuttavia forti certe che fanno luce sull’esatta natura di Samhain. Come detto sino ad ora Samhain per molti è solo un periodo dell’anno in cui celebrare (soprattutto per i Celtici) la fine dei raccolti e l’inizio dell’inverno (i greggi venivano riportati giù dai verdi pascoli estivi, e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali passando il tempo a raccontare storie e a fare lavori di artigianato), per altri invece era visto come l’inizio del semestre dominato dal Dio delle Tenebre, Samhain (Samain, Samhuin) appunto.

Si credeva inoltre che il periodo a cavallo con la festa di Halloween fosse un tempo sacro, durante il quale incontri soprannaturali e prodigi potevano verificarsi con più facilità. I Celti credevano infatti che Samhai, il Signore della Morte, Principe delle Tenebre, chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti e temevano che in tale giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese, permettendo al mondo degli spiriti di unirsi al mondo dei viventi. I Celti infatti credevano che i morti risiedessero in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge e ritenevano che a volte ...

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Comments: 0 | Views: 74Last Post by: Minerva61 (31/10/2013, 17:40)
 

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