Apparizioni mariane e luci celestiali

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view post Posted on 2/12/2009, 23:22


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da un mondo in cui si vive in solitudine, cibandosi di musica, libri, internet...

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Apparizioni mariane e luci celestiali





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Crosia è un paesetto di mille anime in provincia di Cosenza.

Il pomeriggio del 23 maggio 1987, alle 16.30 nella chiesetta della Pietà, una statua raffigurante la Madonna della Pietà ha iniziato a lacrimare poi a incarnarsi e a parlare a due giovani del luogo. Il primo veggente è Vincenzo Fullone (che al tempo aveva solo 15 anni): «Avvicinati» gli avrebbe detto Maria «non avere paura. Io sono la tua Mamma. Io sono la Vergine della pace e dei miracoli.

Pregate perché il mondo ha molto bisogno di preghiera. Domani, alla stessa ora, ti voglio qui. Gli avvertimenti all'umanità non sono ancora terminati». Quindi il ragazzo riceve un messaggio segreto. Da martedì 26 maggio 1987 la Madonna di Crosia appare oltre che a Fullone, anche ad Anna Biasi, (una ragazzina di allora solo 13 anni). Da allora il fenomeno si è ripetuto in continuazione: a volte la Madonna appare all’improvviso ai veggenti nelle loro rispettive case.

Durante la settimana pasquale Vincenzo Fullone rivive in estasi le diverse fasi della passione e della crocifissione di Gesù: sono ore di disperazione e di angoscia, le sue mani e i suoi piedi si contraggono come se fossero trapassati da chiodi (e due studiosi hanno confermato l'impossibilità per qualsiasi mistificatore di imitare così perfettamente certe posizioni delle dita).

Anna Biasi ha rivelò in un'intervista che a volte gli è apparso anche Satana sotto forma di Maria. Ma è facile riconoscerlo per il fatto che non riesce a rispondere «sempre sia lodato». Il fautore delle riprese del primo fenomeno celeste è Pasquale Campana, parrucchiere allora ventiseienne, residente nella frazione di Mirto, il quale decise di "piazzarsi giorno e notte con una telecamera dinanzi alla chiesa dove di solito avvenivano queste cose strane". Durante una delle ennesime apparizioni serali, il veggente Vincenzo Fullone si alza ed avvisa la gente di uscire dalla chiesetta e di "osservare il cielo".

Anche Campana, che sta riprendendo la scena, si reca all’esterno, guarda verso l’alto e scopre una luce insolita come "un aereo che faceva troppa luce". Tenendo la telecamera "appoggiata sulla spalla" Campana inizia a filmare quel "globo che girava su se stesso". Uno spezzone del filmato è trasmesso dalla RAI; esso mostra, contro uno sfondo completamente scuro, un grosso punto luminoso in movimento, il punto luminoso appare gonfiarsi a dismisura fino ad assumere l’aspetto di una circonferenza con un bordo luminoso, una parte interna un po’ più pallida, un foro centrale scuro e due modanature, una superiore, più ampia, ed una inferiore, triangolare, più modesta.

L’impressione è quella di un allontanamento ed avvicinamento assai veloci del corpo. Sulla colonna sonora sono udibili molte voci confuse ma anche alcuni commenti, in dialetto calabrese, di persone che sembrano aver visto anch’esse qualcosa di insolito nel cielo. Fra i testimoni anche il parroco don Luigi Mazza.
Il comportamento della sfera di fuoco, che apparve più volte nel corso di questa serie di eventi, è incredibile: la sfera, delle classiche dimensioni e colore, sembra dotata di intelligenza propria, come in questo caso:

«II 27 maggio 1987, fin dalle prime ore del mattino, la chiesa della Pietà e gli spazi circostanti furono meta di pellegrini provenienti anche dai centri vicini. Nel pomeriggio Vincenzo e Anna, tornati nella chiesetta diroccata, videro ancora la statua incarnarsi.

Questa chiese loro di trovare alcuni oggetti sacri che in passato erano appartenuti alla chiesa: una colomba di marmo, la campana, il suo sostegno e due candelabri. I due ragazzi si misero subito alla ricerca, guidati da una sfera di fuoco che, muovendosi nello spazio, indicava loro i posti in cui cercare. Grazie a essa riuscirono a ritrovare tutti gli oggetti, fra lo stupore della gente.

La statua chiese loro di bagnarli nella sorgente di Cuppo, che chiamò «sorgente della vita». Volle che la campana venisse suonata alle ventidue per richiamare tutti alla preghiera e chiese che le fosse coperto il volto. Alle ventidue di quello stesso giorno, la campana venne suonata e una moltitudine di gente si raccolse commossa in preghiera. La statua ricominciò a lacrimare e il parroco, don Luigi Mazza, testimone dell'evento, invitò tutti i presenti ad avvicinarsi per verificare lo straordinario fenomeno. Nei giorni che seguirono non fu più una statua a parlare a Vincenzo e ad Anna, ma una figura meravigliosa di donna, descritta minuziosamente dai due.»
 
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