Buddismo Tibetano - LA RUOTA DELLA VITA o ruota del samsara,, Parte seconda

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view post Posted on 9/12/2009, 22:56


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da un mondo in cui si vive in solitudine, cibandosi di musica, libri, internet...

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Buddismo Tibetano - LA RUOTA DELLA VITA


Parte seconda





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In conseguenza di azioni negative motivate da tale difetto, gli spiriti famelici soffrono in particolare una fame e una sete insaziabili. Hanno colli sottili, spesso pieni di nodi, uno stomaco grande e cavernoso, e incontrano inoltre numerosi ostacoli nella loro ricerca di cibo e di bevande. Anche quando riescono a trovare qualcosa da mangiare, spesso terribili demoni, proiezione mentale delle loro negatività, impediscono loro di avvicinarsi al cibo. E anche quando riescono a far passare del cibo attraverso il loro sottile collo, facendolo arrivare nello stomaco, questo si trasforma in acido procurando loro unicamente un grande dolore.

Alla destra dei reami infernali si trova quello degli animali. La principale causa di rinascita in questo reame deriva dal seguire servilmente e stupidamente i propri desideri dei sensi, e sebbene le esperienze all'interno di questo reame possano essere molteplici, in generale gli animali soffrono a causa della loro scarsa intelligenza. In aggiunta, vengono cacciati e mangiati da altri animali, sono braccati e utilizzati per il lavoro pesante dagli esseri umani, devono subire il caldo e il freddo privi di alcun riparo e sono costantemente afflitti dalla fame e dalla sete. A volte capita di leggere o di venire a conoscenza di persone la cui situazione esistenziale è a tal punto degradata che pare non abbiano mai vissuto un'esistenza umana, e siano invece ridotte a livello di animali.

Nella metà superiore della ruota vengono raffigurati i tre reami superiori dell'esistenza ciclica, così definiti perché rispetto ai tre reami inferiori comportano una sofferenza meno evidente. Tuttavia anche nei reami superiori si sperimentano grandi delusioni e insoddisfazione. Alla sommità e alla destra vi sono i reami degli dei (sanscr. deva) e dei semideí (sanscr. asura), tra loro collegati e a volté raffligurati ìnsierne. Avendo compiuto in precedenza sufficienti azioni positive, gli esseri del reame dei semídei godono di un ambiente estremamente gradevole, della compagnia di attraenti compagni e di grandi piaceri sensoriali.

Tùttavia questi asura sono a tal punto divorati dall'invidia nei confronti dei superiori deva che, invece di rallegrarsi di ciò che possiedono si impegnano in una continua guerra con i deva a loro superiori (vedi immagine).
Per quanto riguarda i deva, mentre alcuni sono impegnati a difendersi dagli attacchi degli inferiori asura, altri vivono una vita fatta di continui piaceri. sensoriali. Altri ancora, a livelli superiori , trascorrono la loro lunghissima, vita in un ' assorbimento meditativo simile al sonno, non provando né piacere né dolore, immersi in un totale black-out mentale.

Queste divinità scambiano facilmente le loro esperienze per la vera liberazione dalla sofferenza. Tuttavia, non avendo eliminato dalla loro mente la fondamentale illusione dell'ignoranza,non sono realmente liberi.
Alla fine, come avviene per tutti gli esseri del samsara, le cause che consentono di vivere in quel loro reame si esauriscono. Poiché la propria raccolta di energia positiva si è esaurita, anche il deva più longevo muore e, cio che è ancor peggio, inevitabilmente deve discendere in un reame inferiore.

Si afferma che l'angoscia mentale di un deva, in precedenza cosi fortunato, che prevede il suo destino in un reame inferiore sia ancor più terribile dei tormenti fisici degli esseri infernali più sfortunati.
Infine, alla sinistra dei deva si trova il familiare reame degli esseri umani.
La vita qui, come comprese tanto dolorosamente il principe Siddharta, è colma di sofferenze, a causa della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte, come pure per l'incertezza, l'insoddisfazione, la frustrazione, la noia e così via.

Inoltre, in questo reame i piaceri sono, effimeri e possono facilmente trasformarsi in dolore, ad esempio quando l'indulgere troppo nel mangiare provoca una indigestione.
Malgrado il loro desiderio di volere la felicità e di evitare la sofferenza, gli esseri umani vengono continuamente sviati dalla loro ignoranza, e così devono involontariamente affrontare ripetutamente gravi problemi.In termini di opportunità di crescita spirituale, tuttavia, il reame umano è in assoluto il più fortunato.
Questo perché, in generale, gli esseri umani godono di un margine di libertà non accessibile né agli esseri dei reami inferiori - colpiti costantemente dal dolore - né agli dei superiori intossicàti dal piacere .

Motitivati dalla sofferenza e dall'insoddisfazione c e sperimenfano, e dotati di vari livelli di intelligenza discriminante, gli esseri umani sono in una posizione particolarmente privilegiata per sfruttare le potenzialità della loro esistenza. In particolare, essi possono imparare a coltivare l'autocontrollo morale, la concentrazione e la saggezza della comprensione interiore, elementi necessari per eliminare le cause della sofferenza e per ottenere la liberazìone dalle ripetute rinascite nei reami dell'esistenza ciclica.

Nessuna esperienza in ognuno dei sei reami samsarici è permanente o eterna: la nostra situazione dipende totalmente dal mutare delle cause e delle circostanze. Psicologicamente parlando, possiamo elevarci dalla situazione di insoddisfazione di un preta alla condizione di beatitudine di un Deva per poidi nuovo ricadere giù in un inferno di agonia nel corso di pochi istanti .
Inoltre in qualsiasi reame dell'esistenza ciclica viviamo al momento, presto o tardi il nostro soggiorno avrà termine. L'impermarienza pervade l'intera esistenza ciclica e questo fatto viene rappresentato dal terribile Sovrano della Morte, raffigurato mentre afferra la Ruota della Vita, tenendola tra le zanne e gli artigli.

Secondo gli insegnamenti di Buddha Sakyamuni, la morte non è l'annichilimento o l'estinzione totale, come alcune persone erroneamente ritengono.
Essa segna invece semplicemente la transizione tra una vita e quella successiva. La mente stessa è un continuum di coscienza privo di inizio che passa da una vìta all'altra e da un corpo all'altro allo stesso modo in cui un viaggiatore trasloca da un albergo all'altro.

E proprio come nel corso della nostra vita sperimentiamo costantemente gli alti e i bassi , provando alternativamente piacere e dolore secondo il mutare delle situazioni , allo stesso modo passiamo da una vita a quella successiva in base al maturare delle impronte depositate nella nostra mente dalle azioni positive o negative che abbiamo compiuto.

Tra il termine di una esistenza e l'inizio di quella successiva vi è lo stato intermedio (tib. bardo), raffigurato nella Ruota della Vita nel cerchio metà nero e metà bianco posto tra il mozzo dei tre difetti mentali e le varie sezioni che raffigurano i sei reami dell'esistenza condizionata.

Lo stato del bardo è simile a un sogno, che avviene tra il sonno della morte e il risveglio della rinascita successiva, e in questo dipinto vengono raffigurati sei esseri del bardo nelle forme che essi assumeranno dopo che si saranno risvegliati nei loro futuri reami di rinascita." Per cui a sinistra sono raffligurati un futuro essere umano, un asura e un deva che salgono verso ii reami superiori , mentre a destra vediamo un futuro animale, un preta e un essere infernale mentre discendono verso i reami inferiori.

Il particolare processo mediante il quale gli esseri vengono spinti dalla loro ignoranza a passare da un reame superiore a uno inferiore viene raffigurato nel bordo esterno della Ruota della Vita.

Il bordo è diviso in dodici segmenti, ognuno dei quali corrisponde a un 'anello' della catena dell'origine dipendente. Partendo dal primo in alto a destra, i dodici anelli e le loro immagini simboliche sono i seguenti:

(1) l'ignoranza: una persona vecchia e cieca
(2) azioni compositive: un vasaio che fabbrica vasi
(3) coscenza: una scimmia che si arrampica su e giù da un albero
(4) nome e forma: un uomo che rema su una barca
(5) seífonti: una casa vuota con cinque finestre
(6) contatto: un uomo e una donna abbracciati
(7) sensazione: un uomo colpito a un occhio da una freccia
(8) bramosía: un uomo che beve alcool
(9) attaccamento: una scimmia che afferra un frutto
(10) esistenza o divenire: una donna incinta sul punto di partorire
(11) nascita: un bambino che nasce
(12) invecchiamento e morte: un uomo che trasporta un cadavere


Un'approfondita analisi di questi dodici anelli va oltre la portata di questo libro, tuttavia possiamo fornirne una breve spiegazione, per quanto riguarda la rinascita nel reame umano. (Si noti che per esigenze di semplicità, l'ordine seguito nella spiegazìone varierà leggermente rispetto all'ordine dell'elenco.)



.....segue parte terza
 
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